Più di 30 organizzazioni mediatiche europee hanno avviato procedimenti legali contro Google, chiedendo 2,1 miliardi di euro di danni per perdite di entrate attribuito alle presunte operazioni adtech anticoncorrenziali del gigante della tecnologia. Rappresentati dagli studi legali europei Geradin Partners e Stek, partecipanti importanti come il tedesco Axel Springer hanno compiuto questo passo significativo avviando la causa in il tribunale distrettuale di Amsterdam.

Questa mossa legale nasce dalle preoccupazioni per la ridotta competitività nell’editoria online, presumibilmente a causa delle pratiche di mercato dominanti di Google, che, secondo loro, hanno portato a una diminuzione delle entrate pubblicitarie online e a tariffe gonfiate per servizi adtech. La denuncia si avvale dei risultati dell’autorità francese garante della concorrenza del 2021 e delle indagini in corso da parte della Commissione europea e dell’Autorità britannica per la concorrenza e i mercati.

Le sfide del settore della difesa e dei media di Google

Google ha risposto alle accuse sottolineando il valore che i suoi servizi adtech apportano agli editori europei. Secondo Oliver Bethell, direttore legale di Google, gli strumenti dell’azienda, insieme a quelli offerti dalla concorrenza, facilitano la monetizzazione dei contenuti per milioni di siti Web e app, aiutando le aziende a raggiungere nuovi clienti. Google si propone di evolversi in collaborazione con gli editori, denunciando la causa come speculativa. Questo attrito legale si svolge in un contesto di sfide del settore, tra cui la ridotta distribuzione delle notizie sui social media, i licenziamenti aziendali e un notevole spostamento nei budget pubblicitari, che aggravano lo stress sulle testate giornalistiche evidenziato da importanti licenziamenti presso entità come Vice Media ed Engadget.

Google e il futuro delle notizie con l’intelligenza artificiale Iniziative

A parte la disputa legale sulle pratiche adtech, l’intreccio di Google con l’industria dell’informazione si estende ai progressi tecnologici, in particolare attraverso Google News Initiative. Secondo quanto riferito, Google ha promosso agli editori una suite di strumenti di intelligenza artificiale generativa, volti a migliorare l’efficienza nella creazione di contenuti. Questo approccio, tuttavia, ha acceso il dibattito sul suo potenziale impatto sul giornalismo tradizionale. I critici temono che potrebbe dare priorità all’aggregazione dei contenuti creati dall’intelligenza artificiale rispetto ai report originali. Nonostante ciò, Google insiste che questi strumenti sono progettati per supportare il giornalismo di alta qualità, sottolineando che il controllo editoriale rimane direttamente nelle mani degli editori. Questo sviluppo fa luce sulle complesse dinamiche tra le gigantesche aziende tecnologiche e i mezzi di informazione, soprattutto perché l’intelligenza artificiale diventa sempre più integrata nei processi di creazione di contenuti.

Il confronto tra Google e il settore dei media europeo evidenzia le tensioni in corso riguardo al mercato digitale concorrenza, il panorama in evoluzione della pubblicazione di notizie e l’implementazione etica di tecnologie emergenti come l’intelligenza artificiale. Mentre la battaglia legale si svolge, le implicazioni per l’industria adtech, le pratiche di copyright e il ruolo dell’intelligenza artificiale nel giornalismo rimangono aree di vivo interesse e potenzialmente stabiliscono la precedenza per le relazioni globali con la tecnologia e i media.

Storia di Google delle multe degli enti regolatori europei

Google ha già ricevuto le due più grandi multe antitrust della storia. L’azienda è stata costretta a pagare 2,7 miliardi di dollari per aver violato le leggi sulla concorrenza relative ai risultati di ricerca degli acquisti.

Nel 2022 Google è stata multata di 5 miliardi di dollari dalle autorità di regolamentazione in Europa. La Commissione afferma che la multa riguarda tre restrizioni che Google ha imposto agli OEM di dispositivi Android. Secondo le leggi europee le restrizioni infrangono le norme antitrust. L’anno scorso Google ha pagato una multa di 1,69 miliardi di dollari da parte della Commissione europea per accuse di abuso di mercato.

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