Scott Jenson, ex senior UX designer di Google, ha sollevato preoccupazioni sull’approccio dell’azienda all’intelligenza artificiale. Secondo Jenson, i progetti di intelligenza artificiale di Google sono spinti da un senso di urgenza e dalla paura di rimanere indietro rispetto alla concorrenza. Questa rivelazione è arrivata attraverso un post su LinkedIn, in cui Jenson descriveva gli sforzi dell’azienda nel campo dell’intelligenza artificiale come motivato da un”panico freddo e freddo”.

Portata limitata dei progetti

Jenson ha chiarito che la sua prospettiva deriva dalla sua esperienza con progetti specifici e limitati presso Google. Ha sottolineato che le sue osservazioni non provengono da una posizione di leadership senior ma dalla sua frustrazione per l’approccio più ampio del settore all’intelligenza artificiale. I suoi commenti riflettono la sensazione che le iniziative di intelligenza artificiale su cui ha lavorato non fossero guidate dai bisogni degli utenti ma dalla paura di essere superati. rivali.

Questa non è la prima volta che Google reagisce per paura, ha osservato Jenson, che ha tracciato parallelismi con il lancio di Google+ da parte dell’azienda nel 2011, che è stata una risposta all’ascesa di Facebook, nonostante la sua significativa crescita investimento, Google+ ha lottato con uno scarso coinvolgimento e alla fine è stato chiuso nel 2019. Le osservazioni di Jenson suggeriscono che l’attuale strategia di intelligenza artificiale di Google è altrettanto reazionaria.

Jenson ha inoltre sottolineato che Google non è sola in questo comportamento. Ha detto che anche Apple sta tentando di creare un blocco dell’intelligenza artificiale con il suo assistente digitale Siri. Ha suggerito che entrambe le società sono guidate dal timore di essere superate da concorrenti più innovativi.

Contesto di settore più ampio

I commenti arrivano in un momento in cui l’intelligenza artificiale lo sviluppo è un punto focale per molte aziende tecnologiche leader, tra cui Microsoft, Amazon e Facebook. Queste aziende stanno investendo molto nella ricerca e nello sviluppo dell’intelligenza artificiale per mantenere il proprio vantaggio competitivo. La divisione di ricerca sull’intelligenza artificiale di Google, Google Brain, e l’acquisizione di DeepMind evidenziano il suo impegno di lunga data nei confronti dell’intelligenza artificiale.

L’intensa concorrenza nel settore tecnologico sta spingendo le aziende ad accelerare le proprie iniziative di intelligenza artificiale. Questa pressione all’innovazione sta portando a un rapido ritmo di sviluppo e implementazione. Nonostante i significativi progressi di Google nel campo dell’intelligenza artificiale, i commenti di Jenson indicano che l’azienda è profondamente consapevole della necessità di continuare a superare i limiti di ciò che è possibile fare con l’intelligenza artificiale.

Abbiamo già visto come Google sia stata colta di sorpresa a febbraio 2023 quando Microsoft ha introdotto Bing Chat. In collaborazione con OpenAI, Microsoft ha assunto un ruolo guida nella ricerca AI con Bing Chat, che da allora è diventata Copilot. Google ha risposto con Bard un mese dopo, ma il lancio è stato un disastro perché il chatbot non era pronto e i dipendenti si sentivano frettolosi. Da allora Google Bard è diventato Gemini.

Vantaggio competitivo di OpenAI

Aggiungendo alla pressione competitiva, aziende come OpenAI hanno fatto passi da gigante nello sviluppo dell’intelligenza artificiale. I recenti annunci di prodotti di OpenAI hanno spesso messo in ombra gli sforzi di Google, evidenziando la natura dinamica e frenetica del settore dell’intelligenza artificiale. Ad esempio, il modello text-to-video di OpenAI, Sora, è stato presentato poche ore dopo che Google ha introdotto il suo nuovo modello di intelligenza artificiale, Gemini 1.5.

Anche Apple sta sentendo il caldo, come evidenziato dalle settimane trascorse dai suoi responsabili software testare ChatGPT prima di decidere di aggiornare Siri. Secondo quanto riferito, l’azienda con sede a Cupertino sarebbe vicina a un accordo con OpenAI per integrare ChatGPT nella prossima versione di iOS, illustrando ulteriormente il panorama competitivo dell’intelligenza artificiale.

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