TL;DR

Il succo: X ha chiuso l’account pubblicitario della Commissione Europea, accusandola di sfruttare gli strumenti della piattaforma per manipolare la portata dei post. Dettagli chiave: il divieto fa seguito a una multa di 120 milioni di euro emessa ai sensi della legge sui servizi digitali per pratiche ingannevoli di verifica”Blue Check”. Perché è importante: questa escalation ha innescato ricadute diplomatiche, con i funzionari statunitensi che hanno minacciato tariffe del 50% sulle esportazioni dell’UE come ritorsione. Contesto: X sostiene che la Commissione ha utilizzato un”account dormiente”per pubblicare collegamenti ingannevoli simili a video, mentre l’UE difende la sua sentenza sulla trasparenza.

Trasformando una disputa normativa in aperta ostilità, X ha chiuso l’account pubblicitario della Commissione Europea appena 48 ore dopo che il blocco ha emesso una multa di 120 milioni di euro contro la piattaforma.

Nikita Bier, responsabile del prodotto di X, ha annunciato il divieto domenica, accusando le autorità di regolamentazione di sfruttare un account pubblicitario dormiente per manipolare la portata dei post. Ha affermato che la Commissione ha utilizzato lo strumento Ad Composer della piattaforma per creare collegamenti ingannevoli che imitavano contenuti video.

La mossa segna una dura ritorsione contro il Digital Services Act (DSA), il codice di riferimento sulla sicurezza online dell’UE, trasformando una questione di conformità in una questione diplomatica. situazione di stallo.

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La ritorsione:”Exploits”e ironia

X ha chiuso l’account pubblicitario della Commissione europea domenica, citando una violazione delle regole della piattaforma relative ai contenuti ingannevoli. Nikita Bier, responsabile del prodotto di X, ha annunciato pubblicamente il divieto, inquadrandolo come un’azione coercitiva contro un utente che infrange le regole piuttosto che come una ritorsione politica.

L’accusa specifica è incentrata sull’uso da parte della Commissione di un”account pubblicitario dormiente”per accedere allo strumento Ad Composer. Bier ha affermato che l’autorità di regolamentazione ha utilizzato questo strumento per pubblicare collegamenti che apparivano come lettori video, una tattica che ha definito una deliberata manipolazione della fiducia degli utenti:

“Hai effettuato l’accesso al tuo account pubblicitario dormiente per sfruttare un exploit nel nostro compositore di annunci — per pubblicare un collegamento che inganna gli utenti a pensare che sia un video e ad aumentarne artificialmente la portata.”

Questa tecnica, spesso chiamata”personalizzazione delle schede”, consente agli inserzionisti di modificare l’immagine di anteprima e il titolo di un collegamento, a volte imitando un video riproducibile per incentivare i clic. Sebbene storicamente sia una pratica comune tra gli inserzionisti che cercano un maggiore coinvolgimento, X ora la classifica come un exploit ingannevole se utilizzato per fuorviare gli utenti riguardo al formato dei contenuti.

Evidenziando l’ipocrisia percepita da parte di un regolatore che infrange le regole della piattaforma mentre applica le leggi sulla trasparenza, Bier ha osservato che mentre X sostiene la parità di voce,”sembra che tu creda che le regole non dovrebbero applicarsi al tuo account.”

L’avviso di risoluzione è stato consegnato senza mezzi termini tramite i social media, con Bier che ha condiviso l’avviso di risoluzione insieme al messaggio:”Il tuo l’account pubblicitario è stato chiuso.”

La causa scatenante: una multa storica

Il divieto arriva meno di 48 ore dopo che la Commissione europea ha imposto una multa di 120 milioni di euro contro X per aver violato il Digital Services Act (DSA). Le autorità di regolamentazione hanno preso di mira specificamente il sistema di verifica”Blue Check”di X, etichettandolo come uno”schema oscuro”che inganna gli utenti sull’autenticità dell’account.

Il nucleo della decisione di non conformità della Commissione si basa sulla disconnessione tra la percezione dell’utente e gli effettivi meccanismi della piattaforma. Le autorità di regolamentazione hanno stabilito che il”segno di spunta blu”di X costituisce un”modello oscuro”proibito ai sensi del Digital Services Act perché sfrutta l’associazione storica del segno di spunta con l’autenticità.

Consentendo a qualsiasi utente di acquistare lo stato”verificato”senza richiedere una documentazione di identità significativa, la piattaforma vende effettivamente un segnale di fiducia come una merce. La Commissione ha concluso che questa pratica inganna intrinsecamente gli utenti, che sono portati a credere di collaborare con entità controllate quando, in realtà, il badge non significa altro che un abbonamento a pagamento.

Oltre ai segni di spunta, la multa ha anche penalizzato X per non aver mantenuto una libreria pubblicitaria trasparente e per aver bloccato l’accesso dei ricercatori ai dati pubblici. A X è stata concessa una tempistica rigorosa per conformarsi, con 60 giorni per proporre rimedi al sistema di verifica e 90 giorni per risolvere i problemi di trasparenza degli annunci.

Henna Virkkunen, lo zar della tecnologia dell’UE, ha respinto le accuse di censura, sottolineando che la decisione riguarda strettamente”la trasparenza di X.”

Ripercussioni geopolitiche: minacce di guerra commerciale

La controversia si è rapidamente esaurita si è intensificato oltre una questione di conformità normativa fino a diventare una vera e propria spaccatura diplomatica transatlantica. I funzionari statunitensi hanno interpretato la multa non come una tutela dei consumatori, ma come un attacco alla libertà di parola e agli interessi economici americani.

Il vicepresidente americano JD Vance ha criticato l’approccio dell’UE, sostenendo che Bruxelles dovrebbe sostenere la libertà di parola piuttosto che”attaccare le aziende americane per la spazzatura”.

Le tensioni hanno raggiunto il punto di ebollizione con specifiche minacce economiche da parte dell’amministrazione entrante. Secondo quanto riferito, il segretario al Commercio degli Stati Uniti Howard Lutnick ha minacciato di mantenere dazi del 50% sulle esportazioni europee di acciaio e alluminio a meno che l’UE non allenti le sue normative digitali.

Il presidente della FCC Brendan Carr ha aggiunto alla retorica, accusando l’Europa di”tassare gli americani per sovvenzionare un continente frenato dalle soffocanti normative europee.”

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