Intensificando l’assalto normativo europeo contro le Big Tech, il primo ministro spagnolo Pedro Sánchez ha ordinato un’indagine parlamentare su Meta per accuse di tracciamento nascosto degli utenti su dispositivi Android.

Contrassegnando l’attuale panorama dei social media come uno”stato fallito”, Sánchez ha annunciato piani per una nuova legislazione rigorosa all’inizio del 2026 per smantellare l’impunità percepita dal settore.

L’indagine, che sarà condotta dalla Commissione per gli affari economici, convocherà I dirigenti di Meta devono rispondere di un”meccanismo nascosto”segnalato che presumibilmente bypassava le privacy sandbox per raccogliere dati da milioni di utenti senza consenso.

La dottrina dello”Stato fallito”: il parlamentare spagnolo Offensivo

Intervenendo all’evento Metafuturo a Madrid, il primo ministro Sánchez ha espresso una critica feroce all’industria tecnologica che ha segnato una forte escalation nella retorica politica europea.

Andando oltre il linguaggio burocratico standard di”guardiani”e”conformità”, ha esplicitamente etichettato l’attuale ecosistema dei social media”uno stato fallito che dobbiamo rifondare”.

Ha sostenuto che il settore richiede un una “rifondazione” fondamentale per ripristinare il controllo democratico, posizionando lo Stato come il necessario contrappeso allo strapotere delle imprese.

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Tatticamente, la Commissione per gli affari economici avvierà un’indagine parlamentare formale sulle operazioni di Meta in Spagna. I dirigenti del colosso dei social media saranno convocati per testimoniare davanti al Congresso, una mossa progettata per squarciare il velo aziendale e assegnare la responsabilità individuale per presunte violazioni della privacy.

Tale convocazione rappresenta un passaggio significativo dal trattare con lobbisti politici alla richiesta di risposte direttamente dai decisori riguardo a specifici exploit tecnici.

Al di là dell’inchiesta, il governo si è impegnato a varare un rigido pacchetto legislativo previsto per l’introduzione nella prima metà del 2026. Puntando su quattro pilastri specifici, queste prossime leggi affronterà la disinformazione, l’incitamento all’odio, la protezione dei minori e la sacralità della privacy degli utenti.

Fissando una tempistica concreta, l’amministrazione sta segnalando che non aspetterà un consenso più ampio dell’UE per stringere le viti sulle piattaforme digitali.

Sánchez ha inquadrato il conflitto come una questione di sovranità, dichiarando che l'”oligarchia tecnologica”non può operare impunemente o porre i suoi algoritmi al di sopra della legge nazionale. Ha respinto la difesa comune dell’industria degli”errori isolati”, posizionando le presunte violazioni come caratteristiche sistemiche di un modello di business che privilegia il profitto rispetto ai diritti.

“In Spagna, la legge è al di sopra di qualsiasi algoritmo o qualsiasi grande piattaforma tecnologica. Chiunque violi i nostri diritti ne pagherà le conseguenze; non può rimanere impunito.”

Il”meccanismo nascosto”: anatomia dell’exploit di Localhost

Al cuore dell’indagine si trova un’accusa tecnica specifica piuttosto che preoccupazioni politiche generali, fondando l’azione politica su prove concrete. A innescare l’indagine è stata un’indagine collaborativa che ha coinvolto ricercatori provenienti da Spagna (IMDEA), Belgio (KU Leuven) e Paesi Bassi (Radboud).

I loro risultati suggeriscono che Meta ha utilizzato un”meccanismo nascosto”per raccogliere dati, aggirando i controlli sulla privacy inerenti al sistema operativo Android.

Implificando, secondo quanto riferito, un exploit”localhost”, questa sofisticata tecnica consente a un’app di bypassare i sandbox standard sulla privacy di Android comunicando con una porta del server locale.

Sfruttando questa scappatoia, le app di Meta potrebbero presumibilmente tracciare l’attività degli utenti sul Web, collegando la cronologia di navigazione direttamente alle identità di Facebook e Instagram. Un metodo del genere ha effettivamente cortocircuitato il modello di autorizzazione su cui gli utenti fanno affidamento per controllare quali app possono accedere ai loro dati.

Fondamentalmente, si dice che l’exploit abbia funzionato anche quando gli utenti hanno adottato misure attive per proteggere la loro privacy. I rapporti indicano che il tracciamento persisteva anche quando gli utenti attivavano la modalità”Incognito”o utilizzavano connessioni VPN. Neutralizzando di fatto gli strumenti più comuni per la privacy dei consumatori, questa funzionalità ha reso irrilevante il consenso dell’utente.

Sánchez ha caratterizzato questa soluzione tecnica non come un bug, ma come un”modello di condotta”deliberato. Gli investigatori mirano a determinare l’intera portata di questa raccolta di dati, in particolare quanti milioni di utenti spagnoli sono stati colpiti nel presunto periodo di un anno.

Concentrandosi su uno specifico exploit tecnico, l’indagine sposta il dibattito dai principi astratti della privacy all’analisi forense concreta del codice e degli intenti.

Una divisione transatlantica: la vittoria degli Stati Uniti contro l’assedio dell’UE

Mentre i tribunali di Washington offrono una tregua, i tempi di L’annuncio di Madrid crea un netto contrasto geopolitico. Ciò avviene appena 24 ore dopo che Meta si è assicurata un’importante vittoria legale negli Stati Uniti.

Il 18 novembre, il giudice distrettuale statunitense James E. Boasberg ha respinto la causa antitrust della FTC, stabilendo che Meta non è un monopolio a causa della forte concorrenza di TikTok e YouTube.

Mentre i tribunali americani stanno convalidando la posizione di mercato di Meta sulla base delle dinamiche competitive, i governi europei stanno attaccando l’etica operativa e la sicurezza dell’azienda protocolli.

Aumentando la pressione di Bruxelles, il 24 ottobre la Commissione europea ha emesso una constatazione preliminare secondo cui Meta ha violato il Digital Services Act (DSA) in materia di trasparenza.

Meta continua a mantenere la sua innocenza nell’arena dell’UE. Un portavoce ha dichiarato di”non essere d’accordo con qualsiasi suggerimento secondo cui abbiamo violato i DSA e continuiamo a negoziare con la Commissione europea su questi argomenti.”

Tuttavia, l’inchiesta spagnola si allinea con preoccupazioni più ampie sulla gestione interna dei dati sulla sicurezza di Meta, a seguito di rapporti secondo cui team legali hanno consigliato di bloccare la ricerca sui danni agli adolescenti per evitare responsabilità.

Mentre Meta spinge il suo feed”Vibes”basato sull’intelligenza artificiale per competere nei mercati emergenti, si trova ad affrontare uno spazio di manovra sempre più ristretto in Europa. I governi nazionali stanno ora intervenendo per far rispettare le regole laddove ritengono che la burocrazia dell’UE sia troppo lenta.

Tale divergenza suggerisce un futuro in cui Meta potrebbe operare come leader di mercato rivendicato negli Stati Uniti, ma come un’utilità assediata in Europa, soggetta a sforzi di”rifondazione”nazionale sempre più ostili.

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