Di fronte a un mix indistinguibile di musica creata dall’uomo e da quella creata dalle macchine, il 97% degli ascoltatori non ha superato un recente test audio, secondo un sondaggio fondamentale che mette a nudo la crescente crisi dell’intelligenza artificiale nel settore musicale. Uno

studio commissionato dal servizio di streaming Deezer e condotto da Ipsos rivela che un pubblico in gran parte non è in grado di distinguere le tracce generate dall’intelligenza artificiale dall’arte umana, anche se le piattaforme sono inondate di contenuti sintetici.

La stessa Deezer segnala ogni giorno un afflusso sbalorditivo di oltre 50.000 tracce completamente generate dall’intelligenza artificiale, un volume che ora rappresenta oltre il 34% dei suoi caricamenti giornalieri totali.

Questa cifra segna un drammatico aumento rispetto ai 10.000 caricamenti giornalieri di intelligenza artificiale riportati nel gennaio 2025, segnalando un aumento esponenziale dei contenuti sintetici.

Il diluvio non è solo una curiosità tecnica; è una forza dirompente che rimodella l’economia della creazione musicale, suscitando diffuse richieste di trasparenza e imponendo un riallineamento strategico tra gli attori più potenti del settore.

Un’ondata di audio AI confonde i confini per gli ascoltatori

The Deezer/Ipsos sondaggio, che ha intervistato 9.000 persone in otto paesi, evidenzia una profonda disconnessione tra la realtà della musica AI e la percezione del pubblico. Sebbene la stragrande maggioranza dei partecipanti non sia riuscita a distinguere la differenza in un test alla cieca, il 52% si è sentito a disagio di fronte a questo fatto.

I risultati evidenziano un’enorme richiesta di chiarezza, con l’80% degli intervistati che concorda sul fatto che la musica generata al 100% dall’intelligenza artificiale dovrebbe essere chiaramente etichettata.

Il CEO di Deezer, Alexis Lanternier, ha sottolineato le implicazioni del sondaggio, affermando:”I risultati del sondaggio mostrano chiaramente che le persone si preoccupano della musica e vogliono sapere se sono ascoltando o meno tracce create dall’intelligenza artificiale o dall’uomo.”

Al di là della trasparenza, il sondaggio rivela preoccupazioni economiche profondamente radicate. Un significativo 70% degli intervistati ritiene che la musica interamente generata dall’intelligenza artificiale minacci il sostentamento degli artisti, mentre il 69% ritiene che i compensi per le tracce sintetiche dovrebbero essere inferiori rispetto a quelli per la musica creata dall’uomo.

La piattaforma ha adottato misure per affrontare questo problema, implementando un sistema per taggare la musica sintetica e rimuoverla dalle raccomandazioni algoritmiche.

Secondo Deezer, la motivazione dietro l’ondata di caricamenti appare in gran parte fraudolenta, con la società che rileva che fino al 70% dei gli stream per brani interamente generati dall’intelligenza artificiale sono illegittimi e vengono pertanto esclusi dal calcolo delle royalty.

Per i musicisti indipendenti, l’ascesa dell’intelligenza artificiale non riguarda l’innovazione ma la sopravvivenza. L’enorme volume di contenuti creati dai bot sta soffocando gli artisti umani, rendendo quasi impossibile ottenere successo.

La musicista paraguaiana Sari Carri ha descritto la lotta per competere con risultati automatizzati che accorciano la durata del suo lavoro.”La durata di vita delle canzoni è più breve e le informazioni vengono conservate sempre meno. Competere contro tutto ciò mi costa molto.”Questa pressione impone un cambiamento strategico, trasformando gli artisti in professionisti del marketing che devono pubblicare costantemente nuovi contenuti solo per rimanere visibili.

Dalle battaglie in tribunale alle alleanze strategiche: i cardini del settore

Mentre le battaglie legali stanno definendo il rapporto tra etichette musicali e startup di intelligenza artificiale, una nuova era di licenze strategiche sta rapidamente prendendo forma.

Meno di sei mesi fa, la Recording Industry Association of America (RIAA) ha presentato una storica violazione del copyright. azioni legali contro i produttori di musica basati su intelligenza artificiale Suno e Udio per conto di Universal Music Group (UMG) e altre importanti etichette.

All’epoca, il presidente e amministratore delegato della RIAA Mitch Glazier lanciò un forte avvertimento:”Servizi senza licenza come Suno e Udio che affermano che è’giusto’copiare il lavoro di un artista… ostacolano la promessa di un’intelligenza artificiale autenticamente innovativa per tutti noi.”

I documenti depositati dalla RIAA accusavano le startup di costruire i loro modelli copiando vaste librerie di musica protetta senza autorizzazione, una pratica che l’organizzazione ha definito”violazione diretta del copyright su vasta scala”.

Sia Suno che Udio hanno difeso la loro tecnologia secondo la dottrina del”fair use”, sostenendo che i loro modelli creavano nuove opere trasformative.

Tuttavia, con una sorprendente inversione di tendenza alla fine di ottobre 2025, UMG ha annunciato di aver risolto la causa con Udio per formare una partnership strategica.

Le due società ora sono collaborando su una nuova piattaforma AI con licenza e basata su abbonamento, il cui lancio è previsto per il 2026. Fondamentalmente, il servizio funzionerà su base opt-in, dando agli artisti il controllo e ricompensandoli sia per l’uso della loro musica nella formazione che quando vengono generate nuove canzoni.

Sir Lucian Grainge, presidente e CEO di UMG, ha definito l’accordo come un modello per un ecosistema sostenibile.”Non vediamo l’ora di lavorare con Andrew, che condivide la nostra convinzione che insieme possiamo promuovere un sano ecosistema di intelligenza artificiale commerciale in cui artisti, cantautori, compagnie musicali e aziende tecnologiche possano prosperare.”

Il giorno dopo, UMG ha rivelato un’altra alleanza, questa volta con Stability AI, per co-sviluppare strumenti musicali”eticamente addestrati”con il feedback diretto degli artisti, rafforzando il suo impegno verso un quadro basato sul consenso.

Un futuro incerto: il costo umano e il Questione irrisolta sul copyright

Il perno di UMG dal contenzioso alla licenza ha effettivamente tracciato una linea nella sabbia, isolando i concorrenti che non hanno abbracciato un modello simile.

Suno, il principale rivale di Udio, rimane bloccato nella sua battaglia legale con la RIAA e ora si trova in una posizione commerciale precaria. Anche se Suno continua a innovare con prodotti come la sua DAW generativa Suno Studio, il suo futuro potrebbe dipendere dall’esito della sua difesa ad alto rischio del”fair use”.

La divergenza strategica del settore evidenzia un’incertezza più ampia. Mentre alcune aziende, come la startup di intelligenza artificiale vocale ElevenLabs, hanno adottato fin dall’inizio un approccio”licenza-first”per evitare completamente il conflitto legale, altre nella comunità open source stanno offrendo alternative trasparenti.

Nel frattempo, i giganti della tecnologia come OpenAI stanno rientrando nella mischia con nuovi strumenti per la generazione di musica, una mossa che senza dubbio aumenterà la posta in gioco ancora più in alto.

In definitiva, il conflitto sulla musica basata sull’intelligenza artificiale trascende le questioni legali e commerciali, toccando il problema valore stesso della creatività umana.

Mentre i contenuti automatizzati diventano sempre più sofisticati e onnipresenti, sia l’industria che gli ascoltatori devono decidere cosa apprezzano.

Categories: IT Info