L’autorità di regolamentazione della concorrenza del Regno Unito ha ufficialmente assegnato a Google lo”status di mercato strategico”, attivando nuovi potenti strumenti per esaminare attentamente le sue attività di ricerca e pubblicità. L’Autorità per la concorrenza e i mercati (CMA) ha confermato la decisione venerdì a Londra, citando il”potere di mercato sostanziale e radicato”di Google.
Con oltre il 90% delle ricerche del Regno Unito effettuate sulla sua piattaforma, questa mossa segnala una nuova era più interventista della regolamentazione tecnologica nel paese. Abilitata dal nuovo Digital Markets, Competition and Consumers (DMCC), la designazione consente alla CMA di imporre regole mirate a Google per promuovere un mercato più competitivo.
Una nuova era normativa per la ricerca nel Regno Unito
Il decisione conclude un processo iniziato quando la CMA propose per la prima volta la designazione SMS nel giugno 2025. Autorizza l’autorità di regolamentazione a prendere in considerazione”interventi proporzionati e mirati”per garantire il mercato della ricerca rimane aperto a una concorrenza effettiva.
La CMA ha definito attentamente la portata della sua nuova supervisione. La designazione include le funzionalità basate sull’intelligenza artificiale di Google come le panoramiche AI e la modalità AI, che sono diventate un importante punto di contesa con gli editori.
Tuttavia, l’autorità di regolamentazione ha escluso per ora l’assistente autonomo Gemini AI, una posizione che terrà sotto revisione.
Will Hayter, direttore esecutivo per i mercati digitali della CMA, ha spiegato la logica alla base della decisione.”Abbiamo scoperto che Google mantiene una posizione strategica nel settore della ricerca e della pubblicità associata alla ricerca, con oltre il 90% delle ricerche nel Regno Unito che avvengono sulla sua piattaforma.”
Questa constatazione è la pietra angolare legale che consente alla CMA di passare dall’indagine alla regolamentazione attiva del core business di Google nel Regno Unito.
Google mette in guardia dai rischi legati all’innovazione mentre gli editori accolgono con favore il controllo
In risposta, Google ha lanciato un avvertimento cauto ma fermo. L’azienda ha sostenuto che il Regno Unito ha beneficiato di un accesso anticipato alle sue innovazioni evitando”normative eccessivamente onerose”viste altrove.
Oliver Bethell, Senior Director for Competition di Google, ha espresso preoccupazione per il fatto che futuri interventi potrebbero ritorcersi contro.”Molte delle idee di intervento emerse in questo processo ostacolerebbero l’innovazione e la crescita del Regno Unito, rallentando potenzialmente il lancio di prodotti in un momento di profonda innovazione basata sull’intelligenza artificiale.”
Ha aggiunto che alcuni cambiamenti proposti potrebbero danneggiare le aziende e portare a prezzi più alti per i consumatori, sollecitando risultati che riflettano le”ambizioni”di crescita.
Questa posizione contrasta nettamente con la reazione dei gruppi di editori di notizie, che hanno accolto favorevolmente la mossa della CMA. Per anni hanno sostenuto che il dominio di Google era dannoso per il loro settore.
Owen Meredith della News Media Association ha dichiarato a giugno:”per troppo tempo gli editori di notizie sono stati soggetti al comportamento anticoncorrenziale di Google, che è stato estremamente dannoso per il giornalismo”.
Questo sentimento riflette una crisi diffusa tra gli editori che vedono i loro modelli di business crollare. Danno la colpa al fatto che Google si affida a un”motore di risposte”per aver decimato il traffico dei referral.
Il conflitto è stato descritto come la rottura del patto fondamentale del web. Come ha affermato Danielle Coffey della News/Media Alliance,”i link sono stati l’ultima qualità di ricerca che ha dato agli editori traffico e entrate. Ora Google prende i contenuti con la forza e li utilizza senza alcun ritorno.”
Il Regno Unito si unisce alla spinta globale per controllare il dominio di Google
La mossa della CMA non avviene nel vuoto. Allinea il Regno Unito con una spinta globale coordinata per ritenere Google responsabile del suo potere di mercato. Ciò include le battaglie antitrust in corso nell’Unione Europea e negli Stati Uniti.
Proprio il mese scorso, un giudice federale degli Stati Uniti, pur risparmiando a Google la cessione forzata del suo browser Chrome, ha imposto nuove significative restrizioni sui suoi accordi di ricerca esclusivi. Questo contesto internazionale rafforza la posizione della CMA e sottolinea un cambiamento globale nell’atteggiamento normativo nei confronti delle Big Tech.
La designazione in sé non impone requisiti immediati a Google. Invece, sblocca la fase successiva del processo. Si prevede che la CMA inizierà la consultazione su interventi specifici entro la fine dell’anno, con i dettagli completi dell’indagine disponibili sulla pagina ufficiale del caso.
Il risultato non solo modellerà il futuro di Google nel Regno Unito, ma servono anche come test chiave per questo nuovo modello più agile di regolamentazione tecnologica.