Meta sta affrontando una causa per presunte violazioni del copyright relative al suo utilizzo dell’intelligenza artificiale (AI). Michael Chabon, autore vincitore del Premio Pulitzer, sta conducendo l’indagine, sostenendo che l’intelligenza artificiale di Meta ha utilizzato illegalmente le sue opere. Questa causa fa seguito a una causa simile intentata da Chabon e altri autori contro OpenAI e il suo chatbot ChatGPT.

Secondo il documento della causa, Chabon e altri autori sostengono che il modello linguistico di grandi dimensioni AI di Meta, Llama, abbia avuto accesso, abbia copiato e distribuito le loro opere protette da copyright senza autorizzazione. Si ritiene che l’intelligenza artificiale sia stata addestrata su grandi quantità di testo, compreso materiale protetto da copyright, per migliorare le sue capacità linguistiche. Ciò ha sollevato preoccupazioni circa il potenziale uso improprio dei contenuti protetti da copyright nell’era dell’intelligenza artificiale.

La causa sostiene inoltre che le azioni dell’intelligenza artificiale equivalgono a una violazione”intenzionale, deliberata e intenzionale”delle leggi sul copyright. Gli autori sono richiesta di risarcimento danni, anche se l’importo esatto non è stato specificato.

Contesto e implicazioni

Le implicazioni di questo caso potrebbero essere di vasta portata. Se la corte si pronunciasse a favore degli autori, potrebbe creare un precedente su come I programmi di intelligenza artificiale verranno addestrati e utilizzati in futuro. Le aziende potrebbero dover essere più caute riguardo ai dati che inseriscono nei loro sistemi di intelligenza artificiale, assicurandosi di avere le autorizzazioni necessarie.

La notizia originale di Reuters ha anche evidenziato che altri autori, oltre a Chabon, sono coinvolti nella causa, il che suggerisce che il problema potrebbe essere più diffuso di quanto si pensasse inizialmente e che anche altre società tecnologiche potrebbero essere a rischio di sfide legali simili.

Oggi prima. , ho segnalato che lo stesso gruppo ha anche contestato OpenAI in tribunale. La causa, che chiede lo status di class action, sottolinea che la capacità di ChatGPT di riassumere e analizzare i contenuti scritti da questi autori è una chiara indicazione che OpenAI ha addestrato il suo modello linguistico di grandi dimensioni GPT utilizzando i loro lavori.

OpenAI ha dovuto affrontare situazioni simili. accuse prima. Alcuni mesi fa, tre autori – Sarah Silverman, Christopher Golden e Richard Kadrey – hanno fatto causa a OpenAI e Meta per aver utilizzato i loro libri senza permesso. Hanno affermato che le società o i loro associati hanno ottenuto i loro libri da siti Web ombreggiati che offrono libri piratati gratuitamente, come Bibliotik, Library Genesis, Z-Library e altri. Sostenevano che i loro libri erano tra quelli scaricati illegalmente dalle società.

Un’altra causa contro OpenAI è stata intentata a giugno degli autori Paul Tremblay e Mona Awad. Vogliono anche impedire a OpenAI di fare quelle che chiamano”pratiche commerciali illegali e sleali”, oltre a chiedere un risarcimento per le presunte violazioni.

A luglio, alcuni importanti editori di notizie hanno anche pensato di intraprendere un’azione legale contro AI aziende per aver copiato i loro articoli. Hanno affermato che le aziende di intelligenza artificiale stavano rubando i loro diritti di proprietà intellettuale e danneggiando la loro attività eliminando, riassumendo o riscrivendo i loro articoli e condividendoli su diverse piattaforme, come siti Web, app o social media.

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